SALUTO AL SOLE
SURYANAMASKARA
La famosa sequenza del saluto al sole, o Sūryanamaskāra, letteralmente significa “inchinarsi al cospetto del sole”.
Le più antiche immagini del sole ci arrivano dall’arte buddhista, dove il Dio ci viene mostrato su un carro solitamente con le sue mogli che scoccano frecce, scacciando così l’oscurità della notte. Il Dio solare SŪRYA, nei templi indù, è rappresentato mentre guida un carro con sette cavalli, che rappresentano i sette giorni della settimana. Ognuna delle dodici ruote del carro rappresenta un mese dell’anno mentre gli otto raggi di ogni ruota indicano le tradizionali suddivisioni del giorno.
Il Dio sole ha anche istruito Hanumān. Hanumān è un personaggio centrale nell’epica indù Rāmāyaṇa, composta oltre duemila anni fa, che narra l’antica storia di Rāma. Rāma è aiutato da un esercito di scimmie. Hanumān è il generale di questo esercito, ma non è una scimmia qualunque. Viene raccontato che da bambino, Hanumān, era così forte che saltò in cielo per divorare il sole nascente, scambiandolo per un frutto dorato. Da grande volle sapere tutto del mondo, così andò da Sūrya e gli spiegò che voleva sapere tutto ciò che il dio sole aveva visto e imparato dalle sue osservazioni.
HANUMAN
Fu così che Hanumān decise di viaggiare davanti al carro del sole, in modo che Sūrya potesse insegnargli tutto ciò che sapeva senza doversi fermare. SURYA lo avvertì che il bagliore e il calore sarebbero stati intollerabili, ma Hanumān gli rispose che non importava, perché conoscenza e sofferenza vanno sempre di pari passo: per imparare si deve lavorare duramente.
Impressionato dalla sua determinazione, Sūrya acconsentì, e fu così che Hanumān ricevette la sua istruzione. Passò migliaia di ore a fissare il sole dall’alba al tramonto, ascoltando con attenzione ciò che Sūrya aveva da dire. E fu così che Hanumān realizzò il suo potenziale divino. Si tramutò da Hanumān la scimmia, con la sua conoscenza limitata, a Hanumān il dio, dotato di saggezza e potenza infinite. Ringraziò così il suo maestro ed espresse la propria gratitudine inventando il celebre saluto al sole o Sūryanamaskāra.
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