PARTE 03
YOGHI
Parole come yoghi suonavano come impostore, mago, criminale e perverso, tutto in nome di una mentalità moderna. Lo Yoga, dunque, non godeva di grande fama nell’India colonizzatrice dell’800. Ma questa è solo parte della storia, il XVIII secolo, infatti, è il periodo in cui vengono composti numerosi testi sanscriti sul tema yogico alcuni dei quali sono stati d'ispirazione del moderno yoga delle posture promosso da Krishnamacharya.
Anche la psicologia cominciò ad interessarsi allo yoga, esempio è uno dei padri della psicologia occidentale, W. James. Scrive un saggio, The power of the Man, dedicando in un paragrafo allo yoga “le meraviglie del sistema Yoga”, e scrive: “è il sistema ascetico più venerabile e quello i cui risultati hanno la più consistente conferma sperimentale”; arriva ad interpretare lo yoga come un metodo per risvegliare dentro di sé livelli sempre più profondi della volontà e del potere morale e intellettuale”.
Grazie a Vivekananda e ai maestri che gli hanno tenuto dietro, anche in occidente cominciava a diffondersi lo yoga, in un contesto di crisi della cultura occidentale, e proprio mentre questa attraversa un processo di globalizzazione, lo yoga, in parte come ondata di riflusso, diventa un fenomeno di significativa importanza sociale. Esso forniva una via diversa di approccio al mondo a chi si poneva problemi di carenza di senso nell’'identificare la realizzazione più alta dello spirito. Lo spartiacque, nelle relazioni tra India e Stati Uniti a proposito dello yoga, viene però individuato nel discorso di Swami Vivekananda al Parlamento mondiale delle religioni nel settembre del 1893, che favorì una grande fioritura di pubblicazioni yogiche. Con il saggio yoga filosofi, scriveva dando la sua risposta su ciò che definiva Raja Yoga, da lui inteso come via per la conquista della natura interiore (approfondiremo nel prossimo articolo Scuole e Maestri Yoga)
Ma come siamo arrivati ad oggi ad intendere lo yoga come una pratica prevalentemente fisica? Lo yoga inizia a diffondersi tra Europa e Stati Uniti trovando un terreno segnato da un movimento ricco di pratiche ginniche e volte a dare spazio al corpo attraverso tecniche di cultura fisica; la diffusione mondiale dello yoga inizia perciò in un mondo assetato di esercizio fisico. Fin dal 1939, Yogi Vitahaldas, si era posto la domanda “se il mondo occidentale avesse bisogno dello Yoga e se fosse pronto ad attribuirgli il giusto significato”. Infatti, con i decenni a venire le tipologie dei praticanti si espansero notevolmente; un esempio è il corso di Yoga, in formato LP, di Indra Devi, per la pratica casalinga individuale. La stessa diventa insegnante, tra gli anni ‘40 e ‘50, di dive del cinema come Gloria Swanson, Greta Garbo ed Eva Gabor. Un altro esempio è Shri Yogendra che nel 1919 arrivò a New York pronto per promuovere una visione yogica ben diversa, conciliabile con lo stile occidentale volto alla preoccupazione per la salute e il fitness.
Swami Kuvalayananda proponeva un approccio più scientifico della pratica e nel 1925 lancia una rivista di impronta semi-scientifica in cui spiega gli asana e i benefici sul corpo. Nel 1926 invece esce il libro Hatha Yoga di Wilke, in cui sì faceva riferimento alla dottrina indiana dei fachiri e del metodo per sviluppare poteri magici. In California Walt Baptiste (eletto Mr. America nel Bodybuilding) e la moglie, fondarono nel 1955 il primo centro di yoga di San Francisco in cui riportavano gli insegnamenti di Yogananda e le invenzioni di esercizio fisico tra danza e yoga.
Insomma, il Novecento si distingue per rapidità in cui le versioni le visioni sono state prodotte e sono entrate in circolazione a livello mondiale. L'immagine dello yoga nel ventesimo secolo è stata estremamente trasformata: come diceva Gordon White “ogni gruppo in ogni epoca ha creato la propria versione e la propria visione dello yoga”. Nel 2006 si calcolano, negli stati Uniti, 2315 marchi registrati relativi allo yoga di cui 135 brevetti su accessori per la pratica.
Il governo indiano ha deciso di promuovere a livello mondiale un percorso per la certificazione volontaria dei professionisti dello yoga, così il primo ministro Narendra Modi intende promuovere la diffusione internazionale indiana con sistemi credibili che assicureranno all'India la leadership per garantire la qualità delle pratiche yoga in tutto il mondo.
Nel 2016 L'UNESCO ha inserito lo yoga nel patrimonio culturale immateriale dell'umanità, affermando che lo yoga riguarda l'unificazione della mente con il corpo e con l’anima, “per permettere di raggiungere un maggior benessere mentale, spirituale e fisico. Lo yoga è costituito da una serie di posture, dalla meditazione, dal controllo del respiro, dalla ripetizione di parole ed altre tecniche concepite per aiutare gli individui a costruire la propria autorealizzazione, ad alleviare qualunque stato di sofferenza possano vivere e a consentire uno stato di liberazione”
L'Identità di ciò che oggi soddisfa la comune definizione di yoga, chiamato da molti studiosi Modern Yoga, iniziato come anno di riferimento nel 1893, anno del discorso di Vivekananda, coinvolge un serie di fattori dati dall'incontro e interazione tra promotori europei e statunitensi del culto fisico, orientalisti occidentali, intellettuali indiani impegnati nel riformulare la propria tradizione, alla luce delle dinamiche socio politiche e culturali del tempo.
Nel corso del XX e del XXI secolo il termine yoga è associato ad un ampio ed eterogeneo insieme di esercizi e tecniche che coinvolgono la componente fisica, la dimensione psicologica dell'individuo, per realizzare una condizione di benessere psico-fisico, salute ottimale e miglioramento dello stile di vita, perdendo, in gran in parte, il concetto più profondo e spirituale che i testi antichi insegnano.
La dimensione odierna dello yoga è sottilmente più individualistica, si ricerca il proprio benessere, è molto incentrato sull'Io, sulla facilità della pratica, dimenticando spesso il concetto di grande impegno della pratica, e unione profonda che lega ogni cosa.
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